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PROGETTO YOUNGLE

Grazie agli operatori Beatrice Finardi, Erica Ceruti e Fabio Santini dell'ASST DI CREMONA è stato presentato agli alunni delle classi terze il Progetto Youngle, il primo servizio online in Lombardia dedicato a giovani e adolescenti. Si è trattato di un momento educativo molto importante che ha permesso ai giovani di parlare liberamente del loro utilizzo dei social e dei rischi ad esso connessi.
Youngle Cremona è attivo da settembre 2016: è il primo servizio di ascolto online peer-to-peer (tra pari) in Lombardia, rivolto a giovani e adolescenti tra i 14 e i 24 anni. Si tratta di un progetto di prevenzione, che - grazie ai social network - permette di dar voce a dubbi e preoccupazioni, condividere esperienze e ricevere informazioni su argomenti di salute, chattando con propri coetanei adeguatamente formati e costantemente supervisionati da operatori socio-sanitari.
L’obiettivo principale di Youngle è quello di offrire gratuitamente e in anonimato servizi di ascolto, aiuto e counseling online agli adolescenti. Tra gli argomenti trattati: i comportamenti a rischio tipici dell’età adolescenziale (ad esempio l’uso o l’abuso di sostanze legali come alcol e fumo o sostanze illegali); temi come affettività e sessualità (con indicazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili e sulla contraccezione ormonale, meccanica e di emergenza); bullismo e cyberbullismo... .
Ad aiutare i peer educator –giovani studenti universitari o di scuole superiodi di Cremona - l’equipe multidisciplinare di Spazioxgiovani del Consultorio (ASST di Cremona) composta da: psicologi, assistenti sanitari, ginecologi ed educatori professionali.
Per l’ASST di Cremona parlare e praticare ascolto on line web counseling significa stare nel proprio tempo; significa andare verso gli interlocutori, rintracciarli là dove si trovano, ossia interconnessi all’interno della rete. Significa aprirsi ad una relazione fiduciaria di autentico scambio in cui l’utente si riconosce come parte attiva e propositiva. Sappiamo bene che la rete è il luogo virtuale attualmente più frequentato e proprio per questo non è meno reale di un qualsiasi luogo fisico (consultorio, ambulatorio, studio medico).

 

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La testimonianza di Marco Baruffaldi

I ragazzi della scuola secondaria IC Diotti l'hanno contattato, gli hanno scritto e l'hanno invitato a venire in mezzo a loro a raccontare la sua storia. E' lui, Marco Baruffaldi  ragazzo affetto da    sindrome di Down    e a lungo vittima di bullismo. Ventidue anni di Castelfranco Emilia, Marco ha registrato su Facebook un video messaggio che in pochissimo tempo è diventato virale con decine di migliaia di visualizzazioni. Lo scopo, come dice egli stesso,   è quello di “diffondere la conoscenza del bullismo.  Spero di essere qualcuno che può salvare qualcun altro “. La sua disabilità avrebbe dovuto riservargli una speciale protezione, un riguardo particolare da parte di chi lo circonda. Invece non è sempre stato così, anzi. Per questo ha deciso di raccontare la propria storia: “Fin da piccolo sono stato vittima di bullismo – spiega il giovane modenese -. Durante il mio percorso scolastico sono stato  maltrattato brutalmente.  Da bambino mi hanno dato un calcio in mez